Chimica Clinica

La chimica clinica è un settore della medicina di laboratorio che si occupa dello studio delle alterazioni biochimiche di natura patologica e dell’applicazione di tecniche analitiche chimico-strumentali ed immunochimiche per effettuare determinazioni diagnostiche o di routine su sangue e materiali biologico (es: urine).

È di supporto alla patologia clinica, specialità medica che si occupa di raccogliere e interpretare i dati analitici di laboratorio con lo scopo di poter effettuare una diagnosi chiara e precisa.
Sono utilizzate metodiche di laboratorio particolarmente accurate per la determinazione di specifiche classi di parametri analitici.

Gli esami di chimica clinica sono i più frequenti test di laboratorio. Dal loro studio si ricavano numerose e importanti informazioni sulle condizioni di salute dell’organismo.
A titolo non esaustivo, possiamo anche distinguerli in:

  • Azotemia
  • Creatinina
  • Sodio
  • Potassio
  • Calcio
  • Clearance della
  • Creatinina Clearance dell’Urea Proteinuria delle 24 ore


Creatininemia
: è un test attraverso il quale si controlla il corretto funzionamento dei reni. Quando i valori sono alti significa che i reni non lavorano correttamente a causa di eccessi sportivi o insufficienza renale. Se invece i valori sono bassi rispetto alla norma, possiamo trovarci di fronte ad un caso di anemia, atrofia muscolare o ipotiroidismo.

  • Glicemia
  • Colesterolo Totale
  • Colesterolo HDL
  • Trigliceridi
  • Protidemia
  • Emoglobina glicata

 

Glicemia: è un test che controlla il metabolismo degli zuccheri nell’organismo.
La presenza di diabete mellito, l’uso di farmaci diuretici o stress acuto possono far salire i valori rispetto alla norma, mentre POSSONO risultare inferiori quando per esempio si fa uso di insulina, o per cattiva alimentazione o per iperattività muscolare.

Colesterolo totale: Il colesterolo è la principale frazione lipidica delle lipoproteine, ovvero un grasso presente in tutte le cellule dell’organismo, e riveste un valore significativo nelle patogenesi cardiovascolari. In caso di valori elevati, il valore ottimale è inferiore ai 200 mg/dl.

Colesterolo HDL: comunemente chiamato “colesterolo buono”, agisce eliminando il colesterolo in eccesso che si forma sulle arterie e protegge, quindi, da aterosclerosi e infarto cardiaco. Per tale motivo, livelli oltre i 40mg/dl riducono il rischio cardiovascolare, mentre livelli bassi lo aumentano.

Colesterolo LDL: è una lipoproteina che innesca il processo di aterosclerosi, accumulandosi sulle pareti delle arterie ed ostacolando il passaggio del sangue formando delle placche. Più il valore dell’LDL è alto, maggiore è il rischio di aterosclerosi. Il valore ottimale è inferiore a 100 mg/dl.

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